Punto e a capo, diceva la maestra mentre si faceva il dettato.
Punto che hai terminato, punto che sei arrivato. Punto che sei in cima. Punto che è una realizzazione. Punto che è compiuto. Punto che è presente e participio. Punto ciò che è stato.
E a capo che si inizia di nuovo, che ora tocca tenere la vetta e fissare la nuova. A capo, che bisogna essere all’altezza. A capo ma senza fretta. Che non si torna indietro. A capo, che con l’insegna ti si vede da lontano.
Punto che sei posizionato, punto che sei dichiarato, punto che sei svelato.
A capo, che si ricomincia. A capo, chino, che tocca continuare a studiare. A capo, che il prossimo punto va preparato.
Punto che andava bene anche prima, a capo anche se si capiva.
Punto che un gesto così andava pensato e desiderato, non improvvisato. Punto, che l’insegna è un arrivo ma anche un cammino. A capo, che è una nuova inaugurazione.
Punto e a capo.
Punto
Di politica e polemica. Osservando con spirito critico.
Un tempo non ci vedevano perché c’era il dehor, ora ci vedono ma non ci hanno visto arrivare, perché siamo