Ci sono tanti modi per fare le cose. In piccolo o in grande. Seduti o in piedi. Da annoiati o appassionati. Con cura o per necessità. Improvvisati o preparati. Per divertimento o con sentimento. O con entrambi. Ci sono tanti modi di realizzare le cose: per fare o per vivere. “Tanto per” o “semplicemente per”. Noi abbiamo scelto di starci. Di vivere ogni esperienza come se fosse la prima, con quella passione e concentrazione proprie dei bambini. Con l’attenzione ai dettagli. Con lo sguardo sul presente. Con le domande aperte. Viviamo ogni cosa come se fosse fatta per noi. Come se di fronte, o accanto, ci fosse un amico, un fratello, una persona cara. Viviamo così, consapevoli che questo ha un costo, implica una scelta, include un rischio e una responsabilità. Tiene dentro la possibilità di errore e di caduta. Di solito paga. Nel medio lungo periodo. E non in moneta. Di solito torna. Ampliato e moltiplicato. E ne vale sempre la pena. È per molti ma non per tutti. Perché ha regole serrate. A volte non scritte. Regole di pancia. Regole che non sono regole. Regole tra e oltre le righe. Pensieri non scritti per cuori puri. Quelli dei bimbi o degli adulti con cuori bambini. Da ieri è attivo il centro estivo. Un’esperienza che non ci ha fatto dormire la notte per mesi. Che ci tiene tesi e vigili mentre si svolge. Una cosa grande, se non sei una scuola o una ludoteca. Un’avventura totalmente irrazionale. Un’esperienza per sentirsi bambini. Da ieri, cinque piccoli amici della libreria, sono con noi. Tutti i giorni. Si trovano qui per vivere insieme il mese di luglio. Lo fanno, non per passare il tempo, ma per viverlo. Bene e in pienezza. Ieri giochi e teatro, oggi musica. Ieri teatro con una compagnia teatrale, oggi musica con un musicista e compositore. Ieri la conoscenza di nuovi amici, l’inizio di uno stare insieme, la consapevolezza dello spazio e la costruzione di un burattino, oggi la meraviglia di uno strumento musicale. Sì, questa mattina abbiamo suonato la tromba, abbiamo sentito le note, le abbiamo toccate, realizzate e suonate. Oggi alle dodici eravamo stanchi di una stanchezza che ti fa stare bene. Di una stanchezza piena come quando il cuore impara cose nuove. Stamattina le mamme sono passate a salutarci per ringraziarci. Qualcuna è tornata ieri, qualcuna ci ha scritto, facendoci commuovere: “Sono contenta di averti conosciuto e della realtà che hai creato. Per noi che era tutto nuovo la tua libreria è diventata un punto di riferimento e un porto sicuro. E quello che mi piace si più è che si percepisce perfettamente come per te non sia solo un esercizio commerciale ma anche e soprattutto un progetto.”
Oggi, qualcuno, è partito per un matrimonio al sud “con la maglietta dipinta ieri e la marionetta”. Oggi i bimbi sono arrivati dispiaciuti di questa giornata corta, con uscita alle tredici e senza pranzo insieme. Oggi siamo contenti e ringraziamo chi ci ha scelto, avendo colto l’essenza. Hai ragione, mamma Renata, se questo fosse un esercizio commerciale potrebbe fallire domani, ma se è un progetto potrà essere migliorato, ripensato, finalizzato e ottimizzato ma sarà sempre vivo. Finché vorremo, finché vorrete. Oggi condividiamo, attraverso le foto, la bellezza di un sogno realizzato. Perché si può vivere in modo nuovo. Mescolare le carte. Osare, studiare e imparare. Fare quello che non si è fatto ieri. O almeno provarci. Perché sia un posto più bello il nostro quartiere. Perché siano nostre, le ore libere, perché siano vissute -e non passate- tra una lettura e un gioco, un canto e un saluto, un disegno e una costruzione. Tra un cinque minuti di ozio, e una merenda al parco. Grazie Gigi, grazie bimbi, per averci ricordato che, in fondo, anche una irriverente pernacchia può trasformarsi in un suono.