È arrivata quasi un anno fa. Così. Alta e solare. Sorridente ed elegante.
È arrivata, ancora libraia, all’inizio di una nuova vita. È arrivata e la libraia, quella che scrive, ha indossato gli abiti seri del selezionatore e le ha fatto domande e domande. Aveva un curriculum bello e denso, complementare a chi scrive. Completo. Liceo, laurea con lode in pedagogia, educatrice in una struttura importante, libraia per un periodo, appassionata lettrice e infaticabile sportiva.
La libraia poi, un po’ dura le ha detto: “va bene, proviamo. Ma ti dico che ho una perplessità sul sabato: sai ci sono le attività. E la vendita in contemporanea e il caos. Non so. Vediamo”.
Sono passati dieci mesi e di quella durezza ridono ancora. Perché lei, Francesca, aveva taciuto ciò che avrebbe detto poi. Quando dopo la prima festa gestita da sola, aveva avuto i complimenti da tutti. Quando dopo la prima volta che la libraia lasciava la libreria per cinque giorni di seguito, aveva gestito attività, vendite ed eventi. “Dany”, le aveva detto con un sorriso e lo sguardo sornione e canzonatorio “ma io ho insegnato al nido: quella è una vera macchina da guerra!”.
E non poteva avere più ragione. Oggi si muove sicura in questo spazio sempre più suo. Di pomeriggio, se non è seduta per terra a giocare con un bambino o a parlare con chi visita la libreria, la trovi concentrata a leggere un libro che non farebbe altro.
Se le chiedi di essere socia, ti guarda seria e con un sorriso pieno ti dice: “Dany, grazie, con te ovunque, lo sai, ma socia mai più!”.
E la ammiri. Per la dedizione e la passione, per la cura e l’attenzione.
Per la capacità unica di dire no con autorevolezza e dolcezza. Per le attività e la gestione del centro estivo, per quello spazio della mattina che avrà sempre più il suo segno e per cui sta studiando e progettando.
Per l’umanità e il candore tipico, e quasi unico oggi, di chi non sarà mai taggata
Di politica e polemica. Osservando con spirito critico.
Un tempo non ci vedevano perché c’era il dehor, ora ci vedono ma non ci hanno visto arrivare, perché siamo