Ieri sera la libraia è crollata, ha fatto appena in tempo a spedire la newsletter e il sonno l’ha rapita. La giornata era iniziata prestissimo, quasi un continuo dalla festa della sera prima. Quella festa di due anni di una bimba che in libreria è cresciuta, che in libreria è talmente di casa che alla libraia sembrava di essere a una festa di famiglia ma di questo vi racconterà tra un po’.
Così, alle 8.45 ci accoglie un’aria frizzante e già non sembra lunedì mattina. Si trovano per un attimo sole lei e Francesca e -chiacchierando- rimettono in ordine, finalmente possono dare forma ai mille pensieri condivisi e la vetrina di Natale e quelle di Halloween iniziano a delinearsi. Arrivano le mamme del massaggio infantile, arrivano i sostenitori di ioleggoperché, qualcuno passa per un saluto e un caffè e, non volendo, si ritrova coinvolto nel caos creativo e mette a disposizione il suo talento (rischi di una libreria a misura d’uomo).
Sono già le undici! La libraia raccoglie un po’ di libri, materiale vario ed esce. A piedi arriva in quella scuola media che non conosceva e che ora la riconosce. “Buongiorno” le fa la signora all’ingresso, “va in biblioteca?” “Sì” “Vada, vada”. Sale e l’accoglie Paola, la bibliotecaria appassionata. Vieni, tu faccio ordine. E insieme, spostiamo tavoli e disponiamo libri (sembra il mood della giornata). Arrivano. prima le loro voci, poi i volti curiosi e sorpresi di una prima media. “È una sorpresa per loro”, mi dice la professoressa di geografia. “Non avevo anticipato nulla” 40 occhi la guardano. Sempre più curiosi. Così il progetto è svelato. La creazione di un gruppo di lettura per quella classe. Un appuntamento fisso per condividere il piacere della lettura, ogni quindici giorni, il giovedì, dalle 13 alle 14. Un progetto pilota, lo ha definito la dirigente dando il consenso, inaugurato nella settimana di io leggo perché al grido di tutti per uno, un libro per tutti. La libraia è pronta a presentare il libro scelto e a leggere il primo capitolo, quando arriva lui, immancabile, sempre presente nei ricordi di ognuno di noi. Il più grande della classe. Leggere è proprio brutto, lo sa?, mi dice guardandomi dritto negli occhi. Bene, gli dico, questa sarà l’occasione per capire perché. Iniziamo e lui è già sparito in bagno. Lo aspettiamo. Torna e si siede, sarà una bella opportunità appassionarlo alla lettura. Le parole ci portano lontano, in un paese straniero, dove dal cielo cadono pioggia e bombe. Al termine del primo capitolo, il libro è approvato. Tocca andare. Continueremo giovedì. E di questo passo, fino a Natale, fino all’incontro con l’autrice.Ma è tardissimo!
La libraia esce e corre a prendere gli ultimi titoli ordinati. Con due metro, arriva dall’altra parte della città. Ha i minuti contati ma non rinuncia a un giro tra gli scaffali. Le quattro, con la sua scatola di libri torna indietro. Non resiste e in metro, tra gli sguardi curiosi di chi le sta seduto vicino, sfoglia Il mostro peloso per le letture di Halloween e sceglie i titoli per le letture di oggi.
Sono le 16.45, giusto in tempo a via Padova. È in programma il laboratorio di riso soffiato. Fa freddo e immagina che i bimbi saranno pochi. E invece arrivano, uno dopo l’altro. Con mamme e papà, con le nonne. Chi da vicino e chi da Prati, che ogni volta mi commuovo. Alle sette, la libreria si svuota ma la newsletter non è ancora spedita. Si rimette in ordine e si chiude. Domani è un altro giorno. Domani e finché un giorno.
Di politica e polemica. Osservando con spirito critico.
Un tempo non ci vedevano perché c’era il dehor, ora ci vedono ma non ci hanno visto arrivare, perché siamo