Un’amica mi ha chiesto se possiamo vederci perché vorrebbe cambiare vita e aprire uno spazio simile alla libreria. Mi ha fatto tante domande e tante ne aveva ancora da fare, allora abbiamo concordato di vederci qui, un giorno, per parlare – diceva l’amica – con più calma. La libraia, sorridendo tra sé e sé, ha accettato con piacere e le ha detto: “Certo, credo sia la cosa migliore. In modo che tu possa anche vedere come scorre una giornata in un posto così”. Bene, conclude l’amica, allora mi porto anche il computer, così posso lavorare un po”. “Si” ha detto la libraia ancora più divertita “allora ti aspetto un martedì!”. Quello che non le ha detto è stato di dare uno sguardo alle foto su questa pagina. Di scorrere i post e di capire come vive il tempo in un giovedì di ottobre. Come ieri, che è stata la giornata delle scuole, delle letture di ioleggoperché, delle donazioni di libri per le biblioteche scolastiche, dei laboratori a scuola e della festa di Sharon, dei nuovi giochi e dei regali per il compleanno di Lulù. La giornata dello spazio dei piccini, la giornata dei non vi conoscevo, la giornata della prima volta che siamo qui e del finalmente siamo riusciti a venire. La giornata dei can you help me e dei Bonjour. La giornata del mettilevaordinaspazzagettarimettiordinaaprichiudi. Ieri è stata così la giornata della libraia. Una foto per ogni ora. Uno spazio per ogni desiderio: accolto ed esaudito. E quando l’amica, prima di salutarla al telefono, ha chiesto: “Daniela, l’ultima domanda: ma se tornassi indietro lo rifaresti?” Lei, certa, senza pensarci ha risposto: “sìììì, mille volte!”
Di politica e polemica. Osservando con spirito critico.
Un tempo non ci vedevano perché c’era il dehor, ora ci vedono ma non ci hanno visto arrivare, perché siamo