Chissà se gli antichi brindavano al nuovo o a quel che avevano avuto di buono.
Chissà se temevano, chissà se ridevano.
Se salutavano lieti il passato, con lo sguardo rivolto al futuro arrivato.
Chissà se sognavano o desideravano.
Noi siamo qui, concentrati sul presente come i bambini. Su quell’attimo senza prima o dopo. Hic et nunc.
Brindiamo alla fine e all’inizio, alla chiusura e all’apertura.
Alla conclusione di quest’anno e alla nascita del nuovo.
Brindiamo così, al risveglio del mattino e all’inizio di un altro cammino.
Brindiamo come solo una libraia per bambini può essere libera di fare.
Brindiamo con un bicchiere mezzo pieno e un espresso solitario. Ma buono caldo e zuccherato.
Brindiamo come se fosse l’alba del nostro destino.
Brindiamo alla notte passata e alla luce arrivata.
Brindiamo al nuovo giorno. Al presente.
Brindiamo con l’energia del caffè. Con la sua dolcezza amara e andata. Con la sua miscela profumata. Brindiamo alle 3 C (corto, caldo, comodo) come alle 3 R.
Brindiamo al pezzo di strada che ci attende, mentre salutiamo quello passato e ormai distante.
Brindiamo come se non ci fosse ieri o domani.
Brindiamo lieti e grati. Brindiamo con tutti voi, amici cari.
Di politica e polemica. Osservando con spirito critico.
Un tempo non ci vedevano perché c’era il dehor, ora ci vedono ma non ci hanno visto arrivare, perché siamo