Certe settimane durano un attimo, passano veloci. Altre, invece, vanno avanti lente e, se c’è pioggia, vento e freddo, anche con più fatica.
Certi mesi, come febbraio, suonano a ritmo alternato: alto, basso, innamorato, colorato, a volte affollato, a volte assonnato, a volte poco ritmato. L’ultima settimana è stata così. Su e giù. E allora l’abbiamo rimessa insieme, per guardarla bene. Per raccontarvela e capirla meglio. Per comprenderla e salutarla. Per tenerne memoria e farne tesoro. Per cogliere l’essenziale. Lunedì si apre con il massaggio infantile e i laboratori dei piccini, un appuntamento oramai consolidato eppure continua sorpresa. Arriva martedì con letture: i bimbi sono piccoli piccoli eppure leggiamo tanto tanto. Con i libri nuovi e il silenzio attento che da tempo non c’era un sapore così pieno. Martedì sera riunisce il gruppo di lettura alla prova di Calvino, con un uomo a partecipare all’incontro, con i tramezzini e il vino. Con le riflessioni aperte che fanno crescere. Con quella compagnia appena nata a sostenere la scalata ai testi più complessi.
E mercoledì la creatività trionfa nelle casette fatte di cartone e colori, penne e tessuti. Tra le mani operose dei bambini e il talento di Francesca. Giovedì è stato rosso come il laboratorio dei piccini e, quando è arrivato il venerdì bigio e grigio, che c’è sempre un momento grigio, lo abbiamo affrontato con la calma dei pirati, programmando marzo, organizzando la stiva, studiando il viaggio e le soste, i pericoli e le riscosse. A metà giornata – a luci basse -le libraie si sono concesse il lusso vero della lettura: “Francy, che ore sono?”, le due, ” Ok, dai possiamo leggere per un’ora.” E così -sistemate comode – si sono immerse ciascuna nel testo che portano sempre dietro. La libraia giovane dedita al Ci rivediamo lassù (che commenteremo il 13 marzo) e l’altra l’ultimo della Allende che voleva terminare.
E poi era ieri, e il sabato ci ha inondato (e non era solo la pioggia, finalmente). Era la mattina tra amici vecchi e nuovi passati a farti compagnia, era il trovarsi per nulla se non il piacere di stare insieme: erano Selenia, Caterina, Giorgio, Antonio, erano i saluti e le tisane cercate per la libreria e donate. Era “che bello qui, torniamo!”, era Federica che passa ed entra perché non ti vede da un po’. Era il pomeriggio e la festa della classe del figlio della libraia, erano ansia tripla e attenzione, affetto e concentrazione, era intimo e delicato, affollato e prolungato. Era una settimana strana ma è andata. Era una settimana complicata ma è passata. Oggi ci dedichiamo a chi amiamo. Oggi, pensando a ieri e a domani, vi salutiamo con le parole di Albert Camus “Nel bel mezzo dell’inverno ho infine imparato che vi era in me un’invincibile estate”.
Tocca andare. Siamo pronti. Salpiamo.