Certi post dovreste scriverli voi.
Certi pomeriggi dovreste raccontarli voi, amici della libreria.
Dire della pioggia, di questo nostro salotto come avete definito oggi via Padova 51, dovreste parlare voi delle letture stravolte e ritardate, di Greta e Fernando.
Certi martedì – con l’evento saltato e la comunicazione da curare – dovrebbero vivere a parte, a dire la magia e le lacrime.
La commozione e l’emozione.
Le relazioni e le passioni.
Vi potrei dare le chiavi della libreria, sapete?, fa la libraia.
Sì, potremmo fare i turni per aprire, rispondono a tono loro.
Certo, le chiavi le mettiamo sotto allo zerbino. Che non c’è, provoca lei.
Sì, le nascondiamo in un posto che conosce tutto il quartiere, ribattono loro sicuri.
Risate e lacrime; tante, quando la libraia li vede tutti li: Maria, Ofelia, Giovanni, Michele e Teresa, e Antonio suo figlio. Loro, i primi volti della libreria citati nel libro.
Li vede e non può che alzarsi e prendere il suo libro e leggere come non ha mai avuto il coraggio di fare prima in libreria.
“Sì, dai, Daniela, però qui ci sono poche figure”
“Vero, Giovanni, ma ci siete voi: lo sai?”
E arriva il libro per i due neonati fratelli grandi e poi il libro di Ofelia preso a Matera e per finire, un libro per la festa della mamma.
Arrivano canzoni, disegni, pizza e biscotti
Le mamme vanno e vengono. I bimbi si tolgono le scarpe e anche i calzini.
Alle otto siamo ancora qui.
Piove. Ci sono le costruzioni da completare, l’ultima partita da fare, l’ultimo disegno da colorare
Piove. Ed è bello restare.
Piove e si organizza la prossima festa, l’uscita, il laboratorio.
Piove. Ma solo fuori.
Piove ma dentro splende il sole.
Piove. La pioggia bella che ogni cosa fa nuova.
Ogni giorno. Finché un giorno.