Quello che ha imparato dal gruppo di lettura in questi mesi, è la capacità di affrontare testi apparentemente distanti da lei.
Quello che ha imparato dalla libreria, è che ogni giorno, come nella vita, è diverso dall’altro.
Quello che ha imparato dalla strada, è che qualcosa accade. Comunque.
Quello che ha imparato dai bambini, è la fiducia.
Quello che ha imparato in questi anni di avvicinamento alla libreria, è che ogni incontro, ferita, dolore, esperienza è preziosa. Che non esiste il bianco o il nero, il solo sì o il solo no, ma la meravigliosa gamma delle sfumature e delle fasi intermedie. Delle possibilità.
Quello che sa da sempre, è che non si finisce mai di imparare. È che non si smette mai di studiare e cercare. Che ogni attimo è finire e iniziare. Morire e nascere.
Quello che ha imparato, è che tocca fidarsi della pancia. Delle sensazioni, delle intuizioni, del primo sguardo, del primo sorriso.
Che le strade vanno percorse lente ma con ritmo. Con gli occhi spalancati e le orecchie tese.
Che i cerchi si aprono e si chiudono, anche dopo giri immensi e tempi infiniti.
Quello che impara ogni giorno dai bambini, è la certezza che ci sarà sempre una tetta, o due braccia, o un cuore, ad accoglierti, per cui non importa quanti siamo, chi siamo, ci sarà sempre qualcuno che passerà a ringraziarti, Raffaella a portarti la merenda o l’aperitivo, il nonno di Giovanni a ricordarti della guerra e di lui, a tre anni, sotto la neve, con l’invasione in corso, stretto stretto al nonno appena rimasto vedovo che gli insegnava le tabelline e lui era in pace. Sicuro e sereno come mentre leggeva Perché mio nonno ha i capelli bianchi ed è venuto a dircelo.
Cosicché quell’ansia che coglie la libraia prima di ogni evento, di ogni presentazione, di ogni centro estivo o iniziativa, quell’ansia – che fa sorridere Francesca – e che le vela il volto, la fa concentrare su dettagli, le fa ossessivamente mettere ordine, quando il caos creativo della libreria è congenito, ecco, quell’ansia è la preparazione all’atto di fiducia che compie ogni volta. Verso se stessa prima. Quell’atto di fiducia che – finora- non l’ha lasciata mai delusa ma sempre ricca.
Perché Mauro parla di un amore omosessuale eppure ci commuoviamo tutti, perché Maria arriva con la sua dose di bollicine, perché Caterina passa che non ci vediamo da tempo, perché Maria Vittoria arriva per un saluto, perché i semi fioriscono, le comunità si creano e auto-alimentano, i negozi diventano luoghi e se la tecnologia ti abbandona, si canta a cappella e l’effetto sarà speciale e se gli autobus non passano un amico ti darà un passaggio.
Qui trovate un piccolo assaggio della serata: Regina: incontro con Mauro Scarpa