Stamattina, all’improvviso, entra una ragazza e chiede se c’è Daniela.
La libraia la guarda e le dice: sono io, e lei, quasi schiva, sottovoce fa: sono Miriam Dubini.
E la libraia, immediata e senza filtri, di risposta: nooo, pensavo fossi una signora.
Perché non lo sono? Ribatte lei sorridente.
Decisamente no, sei una ragazza.
E tra un caffè e un libro da regalare eccoci a chiedere e ad ascoltare di cosa sta scrivendo e dell’emozione provata qualche settimana fa in una scuola. Di quando ha assistito alla messa in scena de Il Viaggio di Sama e Timo e del collegamento con i personaggi reali dalla Germania. Dell’importanza della testimonianza.
E poi i tanti progetti in uscita e quelli in lavorazione.
Dal mondo della Cina medievale di cui ha scritto alla contesa -vinta- dei libri sul tablet.
E le riflessioni sul mondo che ci circonda, sui bimbi, sulle parole, sul presente e sul futuro.
Sembrava di conoscerla da sempre e ogni frase era una scoperta e una conferma.
Tornerà a settembre a parlarci del libro che amiamo e di quelli nuovi che attendiamo.
Tornerà a metà settembre a raccontarci e leggere storie. Con tante sorprese.
Dai, prima di andare posso farti una foto? Certo.
Dove?
Qui?
Sì, qui, sotto Se leggi, fai strada che con il viaggio ci sta bene.
Eccola con la semplicità e naturalezza che la contraddistingue, con quella leggerezza che abita gli animi profondi, eccola solare, come le storie a lieto fine che ama scrivere.
E noi leggere.
Di politica e polemica. Osservando con spirito critico.
Un tempo non ci vedevano perché c’era il dehor, ora ci vedono ma non ci hanno visto arrivare, perché siamo