Una giornata piena, ieri.
La musicainfasce con i bimbi di cui imparare i nomi e le mamme che si fermano, dopo, per allattare.
Le letture ad alta voce, con Martino che arriva da Numidio Quadrato, solo per voi, e che poi non vuole andare. Con Davide che ritorna e con l’applauso finale dopo Il mondo è tuo, che certe volte la magia accade speciale.
E alle 19.30, il gruppo di lettura.
Un gruppo che più affollato non si può. Con vecchi e nuovi amici. Con Maria Cecilia appena arrivata nel quartiere, con la libraia giovane che ti porta la sua famiglia, Luisa la cognata, con Sara e la sua pancia oramai evidente, con le sedie che non bastano.
E si inizia ma prima la cena, le birre, i dolci, il giro dei nomi, la convivialità cercata e apprezzata. Arrivano i libri. Si commenta, racconta, osserva.
E la serata si scalda, apriamo la porta?
Cosa leggeremo quest’anno? E i titoli si inanellano uno dietro l’altro, uno dentro l’altro, legati da fili invisibili che fanno la trama di questo luogo e questa storia comune.
Il gattopardo, Le ore, A sangue freddo, i viaggi, la politica, le trasformazioni, la Sicilia e la Sardegna, Grazia Deledda, Ignazio Silone, il ritorno alle origini. I classici. Gli autori italiani, le storie antiche quanto mai attuali. Le scrittrici nigeriane e la voglia di capire: Americanah, Il buio oltre la siepe, Stoner e sono solo alcuni.
La lista si allunga, come le cose da portare a casa. Come gli sguardi e i sorrisi.
Quanti eravamo?
Si brinda. Ai nati in arrivo e ai nuovi arrivati.
Al nuovo gruppo di lettura.
Al nuovo anno che inizia.
Al prossimo libro che commenteremo e che è scritto da Sandra.
Al 16 ottobre.
Di politica e polemica. Osservando con spirito critico.
Un tempo non ci vedevano perché c’era il dehor, ora ci vedono ma non ci hanno visto arrivare, perché siamo