La libraia era stata a Orvieto ai primi di novembre.
Aveva visitato un posto speciale: una sartoria creativa che sembrava una casa. Un’oasi appena fuori dal centro storico. Aveva vagato tra gli abiti, le borse e i cappotti. Aveva scoperto le macchine da cucire, le matassine, il tavolo di taglio, l’angolo della ricamatrice. Aveva goduto della bellezza del panorama dalla finestra centrale. Aveva camminato tra colori e bellezza mentre le raccontavano la storia e il progetto. Era un giorno di festa, eppure, a un tratto, lo spazio si era riempito. Arrivavano amici e conoscenti, visitatori. Ogni volta un sorriso e una familiarità che l’avevano fatta sentire come a via Padova 51. 
Quando si erano ritrovati tutti in cucina per un caffè preparato con la moka e la frutta tagliata a pezzi da condividere, non aveva avuto dubbi. Facciamo qualcosa insieme, aveva detto ad Alessandra. Progettiamo delle cose belle da vendere in libreria. Proviamoci.
Lei, la ragazza border line di un tempo, oggi coraggiosa e appassionata imprenditrice, aveva sgranato gli occhi. 
Davvero vuoi fare questa follia, le aveva detto con il suo accento umbro?
Poi le aveva raccontato quell’idea meravigliosa di integrazione e lavoro che aveva messo in piedi. Un team di persone “ai margini” che lei aveva catalizzato attorno a un artigianato prezioso e antico. È tutto fatto a mano. Compriamo le stoffe o ce le donano e noi realizziamo borse e abiti, ma anche divise per scuole o centri sportivi. Un lavoro talmente curato da aver lavorato per anni per i grandi della moda come Armani.
È un luogo qui, è una casa per chi non ce l’aveva, per questo abbiamo scelto un appartamento.
Qui le persone lavorano ma ritrovano anche una dignità, un luogo in cui si sentono finalmente accettati e valorizzati.
Si erano confrontate a lungo sulle fatiche comuni di chi osa una piccola impresa. Sulle sveglie all’alba, sugli stipendi pagati solo agli altri (sono tutti assunti qui, le aveva detto orgogliosa), si erano confortate e date coraggio. Poi la libraia era tornata il giorno dopo e avevano concordato modello di borsa e pantaloni che avrebbero voluto creare per la libreria. 
Dopo quattro settimane, le borse e i pantaloni – fatti a mano e con cura – sono arrivati. Prendono posto tra i libri e giochi, si svelano nelle forme e nei colori.
Danno il via a un altro pezzo di strada. A una collaborazione speciale.
E non vediamo l’ora di presentarveli.