Rispolveri gli anni all’ACR.
Riapri il file del master.
Pulisci sederini e popò.
Servi pasti e tagli pezzetti piccoli piccoli.
Versi acqua, asciughi acqua.
Rimargini ferite invisibili e colmi attimi di mammite acuta.
Gestisci capricci e bisticci.
Ridi, ascolti, medi, chiacchieri.
Ridi, ascolti, guardi, leggi.
Ridi, ascolti, intervieni o lasci andare.
Il tempo scorre dilatato e mai strutturato.
Riempiono l’aria i volti, i respiri, gli umori e i tremori.
Assapori stanchezze e fatiche.
Balli.
Ti alzi e ti siedi. Ti siedi e ti alzi.
Dai dai dai, ma con quello che ricevi, non sei in perdita mai.
Si chiama centro estivo perché se non sei centrato, non reggi.
Si chiama centro estivo, perché di ogni cosa diventa centro.
Si chiama centro estivo, perché fuori è estate, ma dentro lavori come a Natale.
Si chiama campus perché studi, impari e ti laurei sul campo.
Ogni istante.
Ogni giorno.
Ogni volta.
Come se fosse la prima volta.
Di politica e polemica. Osservando con spirito critico.
Un tempo non ci vedevano perché c’era il dehor, ora ci vedono ma non ci hanno visto arrivare, perché siamo