Sliding Doors. A via Padova 51

L’età della libraia è nota ai più, per cui può dirlo: era il 1998 e nelle sale usciva un film che avrebbe lasciato un segno e conquistato tanti di noi. Era Sliding doors. Lei era Gwyneth Paltrow e in quegli anni era al top della carriera. Sliding doors. Quelle porte scorrevoli, a dire di vite possibili. Finali aperti come i libri game che tornano a vivere un momento d’oro.
Dopo la visione di Sliding doors, iniziammo a immaginare percorsi alternativi alle nostre vite che sembravano, a tratti, già tracciate. Svolte, cambiamenti epocali e radicali, sogni da realizzare, cassetti da liberare. All’epoca, la libraia preparava la tesi e nei pomeriggi in cui la provincia le stava stretta, andava a vedere i campi, il tramonto, l’orizzonte che si immaginava più ampio. Così, sabato scorso, a spasso con suo figlio nel centro di Roma, non ricorda perché, sì è trovata a pensare alle sue sliding doors.
A dove sarebbe oggi, se all’epoca non avesse detto sì.
A dove sarebbe oggi, se all’epoca successiva avesse detto resto, invece di vado.
A chi sarebbe oggi, se ad un tratto avesse scelto di non prendere un treno.
Se non avesse lasciato un contratto a tempo indeterminato.
Se non avesse rischiato e osservato e imparato.
Se non avesse seguito la pancia.
Ecco, ci pensava mentre letteralmente divorava la storia di Luigi Aloe. Una di quelle storie vere che arricchiscono le letture di questo periodo. Non ci aveva mai pensato eppure accade come nella moda.
Si chiama tendenza.
Si pronuncia esigenza.
Vive nell’aria. Nelle cose. Nei respiri.
Permea vite e condiziona letture. E scritture. E pubblicazioni.
In questi mesi, in quello che legge, in quello che pubblica e sta per pubblicare, torna, prepotentemente il sud. E il lavoro. E il coraggio e il sacrificio. E la tenacia. E il desiderio di andare avanti. E non mollare. E la capacità di innovare.
No, non sono sempre segnate le vite. Non le nostre. Non qui, in questa parte del mondo dove, ancora, possiamo scegliere.
Dove ancora possiamo e dobbiamo provare a incidere.
Dove possiamo, se vogliamo, cambiare il percorso tracciato per noi.
No, non è segnato questo presente a tratti amaro e assurdo che viviamo.
Tocca provare e osare, come accade a Luigi che – da carpentiere – si trova a vivere accanto a Rita Levi Montalcini. A coglierne trucchi e insegnamenti. Imparava guardando: <<Da anni ero allenato a ripetere ciò che avevo imparato dagli altri. Studiandoli.>>
Prima sarto, poi carpentiere, poi garzone di laboratorio a pulire le gabbie delle cavallette e, infine, Luigi si trova a fare il salto, anzi il volo, che è più giusto. Un lavoro in America. A seguire scarafaggi invece di cavallette.
Gigino parte. Lascia terra amore e famiglia e vola.
Arriva e impara assecondando la fame di conoscenza. Impara come aveva imparato ad andare incontro alle mosche e ad affrontare le tempeste senz’olio contro vento che vuol dire affrontare la vita con coraggio, a testa bassa, cercando di vincere le difficoltà e di modificare le situazioni che non ci piacciono scrive Garlando.
Il libro scorre veloce. La lettura risuona e provoca. Ritorna. Resta. Incalza. Smuove. mosche-cavallette-scarafaggi
Regalatevi una possibilità. Voi, giovani e voi che ancora vi domandate se osare.
Se restare giovani o invecchiare in una vita che non si è scelto.
“Il cervello non ha rughe: se continua a lavorare sodo, si rinnova continuamente, anche dopo gli ottant’anni, e, a differenza degli altri organi, può perfino migliorare.”scoperte-riconoscimenti

Presentazione libro Il Malacologo

Martedì sera, alle 19.30, ospiteremo la presentazione de #Ilmalacologo, scritto da Lorenza Raponi e pubblicato da Rubettino. Abbiamo conosciuto Lorenza

In tour.

“Da quando faccio formazione, nessuno mai ha definito così bene un opposto” “Grazie a te che dedichi la vita, come