Sembra iniziare lenta questa nuova saga familiare della Fazi Editore.
Ci metti un po’ a scoprire il sapore vero di Jalna, quasi che l’autrice ti prendesse per mano e ti facesse fare un giro largo, per testare la capacità di andare avanti.
Non si approccia in un attimo una famiglia così.
Non si entra in un giorno tra siffatta abbondanza di luoghi, pasti, parenti, viaggi e intrecci.
Ci vogliono stomaci forti e memoria da elefante per reggere l’impatto con la famiglia Whiteoak, in parte Court.
Ma se non ti stanchi e l’assecondi Mazo de La Roche ti rapisce e non delude.
Ti porta lontano e non sai se immaginarti in Canada o in Irlanda.
Se tifare per gli uomini o le donne.
Per i forti o per i deboli che non sono mai né l’uno, né l’altro.
Finch, Renny, Piers, Eden arrivano piano, portati in scena da un occhio di bue che li presenta e racconta uno ad uno.
Pheasant, Alayne, Augusta, Meg, li seguono a un passo.
E sullo sfondo, lei, la nonna.
Adeline dai capelli fulvi. Adeline e l’India, le origini, la storia. Adeline e quel desiderio innato di essere ancora protagonista a quasi cent’anni.
Traboccano le descrizioni, spiccano i paesaggi di una terra sconfinata, si susseguono i pranzi, le merende e le stagioni. Gli intrighi e gli amori.
La natura permea ogni pagina, il paesaggio e gli animali sono protagonisti della storia, danno ritmo e colore.
Ogni abitazione, ogni occupazione, ogni angolo luogo/stalla/serra/bosco o lago racconta l’essenza della vita di questa originale famiglia.
È uno scandire ordinato di riti e ritmi in cui la vitalità non appare mortificata, ma esaltata.
Che De La Roche avesse un concetto innovativo degli affetti e della famiglia lo testimonia la sua vita.
Che fosse moderna nel pensiero lo racconta la sua biografia, ignota per lo più.
Di lei sappiamo poco per scelta di privacy, di lei conosciamo lo sguardo acuto sulla società, la consapevolezza della realtà delle donne, la passione per la vita e la scrittura, l’amore per il cibo, l’intelligenza l’arguzia e l’ironia.
Di lei apprezziamo la capacità di scandagliare l’animo umano, di toccare temi scomodi, di raccontare le passioni, di dipingere con lo stesso pennello tenerezza e sensualità. Durezza e senso pratico.
Restiamo con il sapore dolce amaro a lasciare andare questi personaggi che sono già entrati nel cuore.
Assaporiamo il gusto di ritrovarli ancora.
Coltiviamo il piacere di indugiare sulle pagine e non vediamo l’ora di consigliarvi la lettura e attendere il seguito.
Di politica e polemica. Osservando con spirito critico.
Un tempo non ci vedevano perché c’era il dehor, ora ci vedono ma non ci hanno visto arrivare, perché siamo