Queste foto risalgono a un mese fa. Un Gruppo di lettura super segreto.
Ci aveva cercato, seguito e poi contattato Flavio, dalla redazione di Per un pugno di libri e ci aveva infine proposto di venirci a trovare per realizzare una delle clip della nuova edizione del programma televisivo.
Ci aveva affidato un testo di Primo Levi che non conoscevamo: Le storie naturali.
Un testo poco noto che ci sembrava lontano dalla giornata della memoria, a ridosso della quale sarebbe andata in onda la puntata.
Ci siamo preparati all’appuntamento come a un esame. Emozionati, contenti e – a tratti – quasi intimiditi da questa intrusione esterna.
Non eravamo abituati a “mostrarci”, a leggere libri non proposti dai membri del gruppo, a condividere uno spazio che – ci siamo accorti – essere molto intimo, sebbene costantemente aperto e a ogni incontro più allargato.
Accade una magia ai Gruppi di lettura che non può essere raccontata. Che ha un che di pudico da custodire, che ha come regole non scritte di riservatezza e irripetibilità. La proposta, però, non possiamo nasconderlo, ci lusinga molto, andiamo compatti, onorati di essere stati scelti tra i tanti Gruppi di lettura, lieti di confrontarci con un testo che da subito ci è apparso denso di spunti e provocazioni.
Per l’occasione abbiamo dato spazio al cibo e ci siamo ritrovati emozionati e più in tiro del solito con i libri in mano.
Ne è venuta fuori una serata speciale. Raccolta eppure condivisa. La voce più tremante del solito ma la stessa allegria e bellezza del ritrovarsi a parlare di pagine lette e assonanze. E quando anche Flavio, spenta la telecamera, si è seduto con noi, è stato come un conoscersi da sempre.
La puntata con il nostro breve intervento andrà in onda sabato 25 gennaio, alle ore 18, su Rai3, e, come voi, ci rivedremo per la prima volta non avendo visto nessuna anteprima.
Vi aspettiamo e, se vi va, siateci anche voi.
Di politica e polemica. Osservando con spirito critico.
Un tempo non ci vedevano perché c’era il dehor, ora ci vedono ma non ci hanno visto arrivare, perché siamo