Ieri, con gli scaffali tutti ordinati e assortiti dei nuovi arrivi, si è concessa un attimo di vanità, (si può chiamare così?) e ha scattato qualche foto per inviarle a una persona che la segue da lontano.
Per dirle che stava seguendo i suoi consigli, per raccontarle, timidamente orgogliosa, che stava provando a diventare una libreria “seria”, con gli scaffali pieni, con le proposte omogenee per fasce d’età e generi. Una libreria dove entri e trovi quello che cerchi, che tu abbia tre o tredici anni.
Tutto questo però non ha fatto in tempo a dirglielo perché prima ha inviato le foto e, mentre lo faceva, l’altra ha risposto. E l’ha presa in contropiede: Che bello, è stato come entrare in libreria.
E allora un brivido le è corso lungo la schiena.
Perché si è ricordata che foto così le aveva scattate un anno fa. Per iniziare a condividere il catalogo dei libri disponibili a via Padova 51. Per mostrare cosa c’era a chi, cioè tutti noi, non poteva accedere in libreria.
Ha ricordato le mattinate nella libreria chiusa a creare liste e fare foto. Pacchetti e spedizioni.
È stato un trovarsi catapultata in un mondo che sembra lontanissimo ed era soltanto undici mesi fa.
Oggi le foto le pubblica ancora, anche se ci vediamo, perché resta il desiderio di tenersi in contatto e il tacito accordo che, se non potete passare, vi mostriamo cosa è arrivato, così che possiate tenervi aggiornati e segnare e ordinare.
Così che anche chi non abita a Roma possa scegliere e ricevere i libri a casa.
Mentre intorno minacciano lockdown che a tratti ci paralizzano e ci tengono svegli la notte, proviamo a salvare il nuovo e buono che abbiamo imparato, a farne tesoro implementandolo. Di certo il progetto di creazione di una libreria “nuova”, con più libri e meno giochi, con più case editrici, con più proposte c’era già e la pandemia ha solo fatto sì che il processo di evoluzione avvenisse prima, che i dubbi fossero sciolti e la strada percorsa.
Che la trasformazione fosse più certa, perché indispensabile per noi.
Perché poi questo ci resta sempre davanti alla crisi: scegliere di subirla o viverla come opportunità.
E voi cosa avete avuto il coraggio di fare per la prima volta in questo nuovo mondo che viviamo?
Intanto le foto degli scaffali le pubblichiamo qui