Quando Mimmo ci ha mandato questa foto, ieri sera, il primo impatto è stato: “caspita, quanti eravamo”.
Quest’immagine contiene tante cose, oltre al numero oggettivamente spiazzante di volti. Un passaparola genuino. Una passione corale e popolare. Un lavoro di anni e anni e un investimento di tempo, risorse, cura difficilmente immaginabile. Una tenacia e una determinazione pari solo a quella dei bambini. Un rispetto reciproco. Una instancabile volontà collettiva di condividere qualcosa di bello.
“No, i libri li sceglie Daniela”, ha detto ieri una di noi, “perché la libraia si deve assumere una responsabilità”. E la responsabilità è quella che ci fa tremare le gambe. E che, ogni volta, ci costringe a scelte sempre più sfidanti. Che ci fa mettere costantemente in discussione e pronte alla sperimentazione. Ieri eravamo più di trenta. Perché i veterani hanno portato un’amica, una vicina, una collega. Perché tante amiche della libreria sono arrivate senza figli, dopo anni con i gruppi di lettura dedicati ai piccoli. Altre – se le donne smettessero di leggere l’editoria si fermerebbe – sono arrivate dalle vite passate di chi scrive. Altre ancora ci hanno seguito a distanza prima di osare questo tuffo acrobatico. La sfida è sempre più impegnativa. Come la gratitudine e la riconoscenza, unita all’esigenza di uno spazio, magari pubblico. E ancora quella convinzione netta che ci sia una domanda di comunità, condivisione e confronto che la politica dimentica o volutamente ignora. E che qui ci ostiniamo a coltivare.
Come sarà il prossimo incontro, non lo sappiamo. Intanto, ci godiamo la coda lunga di questo.
L’appuntamento con il prossimo Gruppo dei Lettori è fissato il 10 ottobre, commenteremo L’inconfondibile tristezza della torta al limone. Il libro è già disponibile sul nostro shop. Se, anche a distanza, voleste sostenere le nostre attività e il nostro entusiasmo, acquistatelo qui (o passate in libreria o inviate un’email o chiamate). Perché noi ci siamo finché – e solo finché – ci sarete anche voi.