“Non me l’aspettavo”, ha detto l’autrice ieri sera a cena.
“Di oggi? O del libro in generale?”, le ha chiesto qualcuno. “Di entrambe le cose”.
E la sorpresa è sempre immensa. Per chi arriva da fuori e trova una libreria affollata e un pubblico preparato e per noi che una serata così ce li immaginavamo, ma a guardarla con occhio esterno ne cogliamo ancora una volta potenza e bellezza. La storia di Gina Lombroso, donna tenace, carattere determinato, mente brillante, resistenza infinita, ci ha rapito.
E durante la serata, a via Padova 51, con il contributo dell’autrice, l’abbiamo apprezzata ancora di più, perché alcuni passi della sua lunga vita si sono chiariti e altri aspetti ne sono emersi. Ci piace questo tipo di storia. Le biografie che ci illuminano e proiettano nel passato, ha detto qualcuno. Ci appassionano le figure che aprono affreschi su epoche vicine eppure poco conosciute. Ci lasciamo trasportare dalla scoperta di dettagli, dal quel viaggio tra letterati, intellettuali e artisti che sono stati spesso uomini socialmente e politicamente impegnati.
Silvia Di Natale, con la sua voce pacata, ha risposto alle tante domande, mentre quel sistema Lombroso sembrava diventare vivo davanti ai nostri occhi. Quel salotto letterario, quel simposio moderno che sono le serate di “Quelli del divano rosso” si è prolungato a cena, in una tavolata in cui si è parlato ancora di libri intrecciando la letteratura alle storie di ciascuno. Era tardi quando ci siamo salutati, immaginando una trasferta in Germania, un weekend di letture condivise, un nuovo evento da organizzare.
La libraia, semiafona per questa maratona di incontri, dopo qualche ora si sarebbe messa in viaggio verso sud, questa volta in veste di editrice. Una trasferta, con l’autore Mauro Scarpa, per incontrare gli studenti di due scuole e presentare Emme come. Il meraviglioso mondo di Massimo e L’Opposto, ma di questo vi parleremo tra un po’.