È capitato così per caso, senza che me ne accorgessi subito. Sarà stata la quarta o la quinta a farmi riflettere, sarà stata la frase: il papà le legge una fiaba tutte le sere, sarà stato lo sguardo timido ma dolce, lo stile defilato, la dignità profonda emanata, sarà stato quell’italiano impastato da straniera, sarà stato un passo certo ma un incedere, a tratti, imbarazzato. C’era qualcosa che mi risuonava. Erano nuove in questo spazio eppure erano di casa. Cercavano libri per i bimbi che accudivano, loro, le tate straniere. Cercavano i libri in un posto che sapevano frequentato dai bimbi che curavano. Venivano qui, nei loro momenti liberi, la sera, sul tardi. Replicavano un’attenzione e un desiderio di bellezza che mi colpiva. Questo è un pacchetto, per favore, questo invece è per me e io pensavo ai loro figli. Sono arrivate in questi giorni le tate . Sono arrivate e mi hanno spiazzato. Sono arrivate e io non ci avevo pensato. Sono passate a trovarmi e da oggi, lo so, non passeranno inosservate.
Di politica e polemica. Osservando con spirito critico.
Un tempo non ci vedevano perché c’era il dehor, ora ci vedono ma non ci hanno visto arrivare, perché siamo