Di martedì ovvero del nuovo anno

Sono sempre diverse le giornate in libreria. Lunghe, corte, affollate o solitarie, vocianti o silenziose, ordinate o confuse. Sono sempre nuove come i bambini, i loro sguardi e i loro sorrisi. Sono talmente varie che ognuna merita un post o una storia, un aneddoto o un pensiero. Eppure, a guardarle bene, tutte insieme da lontano, sembrano avere quasi uno stile e un sapore. Comodo e pigro il mercoledì, sbarazzino il giovedì, euforico il venerdì, entusiasta e carico di promesse il sabato. Assecondano i ritmi del lavoro e delle scuole, l’alternanza dei tempi e delle stagioni. Sembrerebbe così. Sembrerebbe se non fosse che poi c’è lui, il giorno speciale, il martedì. Il giorno più impegnativo ma anche il più atteso da chi vi scrive. Si comincia la mattina con la Musicainfasce e si termina il pomeriggio inoltrato dopo le letture animate. Nel mezzo una pausa pranzo divisa tra pulizie e scelta dei titoli, tante chiacchiere e tanti caffè, continui e piacevoli incontri. È il giorno dei corrieri il martedì, dei nuovi e sempre attesi arrivi. È il momento degli spostamenti di tavoli, sedie, tappeti e cuscini. È il giorno in cui la libreria cambia toni, umori, colori, si allarga o raccoglie, ospita neonati e lattanti, amici e compagni di scuola. È il giorno delle prime visite, delle richieste di informazioni, dei saluti. Arriva carico, il martedì, dopo il riposo della domenica e la tranquillità del lunedì. Arriva con passo deciso, quasi ad assecondare il desiderio di iniziare la settimana con ritmo, l’esigenza di partire alla grande, a suon di musica la mattina e di belle letture il pomeriggio. Perché gli inizi, si sa, sono preziosi ma anche faticosi, e per questo vanno pensati e curati. Sarà per questo se il nostro nuovo anno inizia appunto di martedì?

 

Presentazione libro Il Malacologo

Martedì sera, alle 19.30, ospiteremo la presentazione de #Ilmalacologo, scritto da Lorenza Raponi e pubblicato da Rubettino. Abbiamo conosciuto Lorenza

In tour.

“Da quando faccio formazione, nessuno mai ha definito così bene un opposto” “Grazie a te che dedichi la vita, come