Ma tu quando leggi?, chiedo a Giorgia.
E lei, a casa, ma anche a scuola. facciamo un’ora di lettura al giorno, è una vera e propria materia. un’ora in cui possiamo leggere i nostri libri (quelli di casa o della biblioteca) e poi abbiamo anche un’ora di lettura condivisa a settimana (ci raccontiamo o leggiamo a vicenda i libri che stiamo leggendo).
E la libraia di Read Red Road se li immagina, questi ragazzi di quarta e quinta elementare, seduti tra i banchi, concentrati a leggere, immersi nelle pagine, contagiandosi a vicenda della più bella tra le passioni. Anche il più restio, il più distratto, il meno appassionato alla fine aprirà un libro, sfoglierà una pagina e prima o poi, ne sono certa, sarà rapito dalla magia delle pagine.
Semplice eppure rivoluzionario gesto condiviso: bellezza della scuola pubblica.
Tutto questo l’ho scoperto venerdì, nel piacevole incontro con una ragazzina di nove anni. Tornata in libreria dopo l’iniziativa #ioleggoperché, a cui aveva aderito la sua scuola. La libraia se la ricordava (perché se la memoria naturalmente c’è, ci vuole un pizzico di attitudine a usarla e tanta pazienza e costanza ad allenarla). Così ricorda alla mamma – piacevolmente sorpresa – il loro primo incontro. di loro che erano arrivate di sabato sera, che la libreria era chiusa per una festa di compleanno, che la mamma era rimasta un po’ contrariata ma poi avendo chiarito tutto erano ritornate il lunedì.
Erano in tre: mamma e due figlie. La grande era espansiva e vivace, la piccola aveva uno sguardo acuto ma era stranamente silenziosa. Qualcosa diceva che non era a suo agio, che quella non era la sua vera natura.
La libraia di solito segue la pancia e non sbaglia. Così chiacchiera, chiacchiera e alla cassa riesce a strapparle un sorriso.
Centro, mistero svelato. Eccola la vera causa del silenzio. Quella ragazzina dallo sguardo acuto e vivace, lettrice appassionata, aveva appena messo l’apparecchio per i denti. Era lì per regalarsi un libro per lei e uno per la scuola. Quella giornata, diceva la madre, era stata davvero dura. Perciò, le racconto di Smile, una graphic novel Editrice Il Castoro che racconta di scuole medie, amicizie e prime cotte, di una caduta, di due incisivi spezzati e di tante sedute dal dentista per un apparecchio ai denti.
Il titolo era terminato ma sarebbe tornato presto. E quindi, la ragazzina torna venerdì scorso. Entra decisa e chiede Smile, la libraia la riconosce subito. È finito di nuovo ma c’è l’altro titolo della stessa autrice: Sorelle. Lo prende. Poi guarda gli scaffali come faceva la libraia da bambina. Li ammira con lo stesso sguardo di una persona golosa davanti a una vetrina di dolci. Desiderosa. rapita. Con quell’espressione di chi sta pregustando un piacere infinito.
Questa volta parla tanto. chiede consigli. Racconta, spiega, domanda, sfoglia, legge, mette da parte. Nel mentre, la libraia si accorge che conteggia i prezzi delle copertine.
Parliamo a lungo. Dice che fino a ora ha letto tutto il Diario di una schiappa, che le manca solo l’ultimo titolo che prende, ma che vuole passare ad altro. Così scegliamo titoli divertenti e avventurosi. La principessa e lo scheletro, Le avventure di Charlotte Doyle. Fa le sue scelte e alla fine mi spiazza.
“Bello davvero questo posto” afferma ad alta voce “ci sono sempre cose che mi piacciono” e diretta mi fa: “ma lei in che ordine li leggerebbe questi libri?”.
Sono conquistata. colpita e affondata. Ma le sorprese, per me, non sono ancora finite. Mentre sistemo i libri, mi accorgo che parlotta con la madre, fanno un rapido conteggio, si scambiano del denaro e finalmente capisco: quei libri li paga la ragazzina mettendo insieme la paghetta settimanale e i soldi avuti come regalo di Natale.
Non poteva essere acquisto più bello e prezioso. Allora faccio i conti e le consegno le scontrino. È confusa. Ho sbagliato a fare i conti, dice quasi perplessa, non mi trovo. La madre ha capito e sorride. Devi ringraziare, le dice, hai avuto uno sconto. Ringrazia arrossendo, ordina Smile, mi lascia il suo numero di telefono e ci salutiamo. A presto.
Esce e me la vedo rientrare dopo cinque minuti. Ha visto un altro titolo in vetrina e non può rinunciare. Impacchetto, paga e quasi divertita, con lo sguardo provocatorio, riparte la domanda: “e adesso, da dove comincerebbe la lettura?”
Di politica e polemica. Osservando con spirito critico.
Un tempo non ci vedevano perché c’era il dehor, ora ci vedono ma non ci hanno visto arrivare, perché siamo