Ci sono i papà. I papà timidi e quelli amici. I papà che accompagnano e quelli che portano. Quelli rari della mattina e quelli stanchi della sera, alla ricerca della famiglia in libreria. Ci sono i papà. Quelli ancora mai visti e chissà se lo vedremo, quelli incontrati una volta per caso e quelli solo raccontati. I papà del sabato mattina e quelli imbarazzati del sabato pomeriggio mandati a prendere il regalo dimenticato. Ci sono i papà. I lettori e i sostenitori. I papà soli. E i papà nonni: papà delle mamme e dei papà, nonni nonni liberi appassionati ed entusiasti. Ci sono i papà. Quelli tornati bambini, papà finalmente felici. I papà giovani e i papà giovanili. Quelli che entrano e quelli che aspettano sempre fuori.  I papà che arrivano la sera, con gli abiti del lavoro e varcano timidi la soglia, quasi a disagio per tanta familiarità e complicità femminili e che in un attimo si sciolgono nell’abbraccio spontaneo dei bimbi. I papà scettici e i papà appassionati. Ci sono i papà. Quelli assenti e quelli distratti, i curiosi e gli osservatori. I papà che decidono a distanza. I papà: allegri, gioiosi, sornioni o silenziosi. Sportivi o creativi, severi o leggeri. I papà ancora spaesati. I papà di cui conosciamo difetti e segreti. I papà eroi di tutti i bimbi. I papà sempre in viaggio, i papà attesi e quelli perennemente sospesi. Che belli i papà. Il punto debole delle mamme.