Ci sono giornate piene, lunghe, intense, a tratti stancanti. Giornate che torni a casa esausto ma contento, con gli occhi pieni di bellezza. Stupito e commosso. Ci sono giornate che la commozione è a due vie, tra una bellezza realizzata e il dubbio sul perché il pubblico non sia quello immaginato. Ma non è su questo che ti soffermi ora. In queste ultime due settimane, qualcuno se ne sarà accorto, la libreria sta cambiando pelle. Ancora. Sarà stato l’arrivo della primavera, i diciotto mesi compiuti, le esperienze vissute, ma qualcosa si muove e spinge altrove. Ci apriamo al territorio, ci contaminiamo con altri mondi, ci ri-pensiamo. Arrivano nuove proposte, nuove sperimentazioni. Sabato scorso abbiamo parlato di olio, abbiamo degustato prodotti di qualità, avvicinato un mondo sconosciuto con professionisti del settore, abbiamo gustato prodotti unici come le olive ricoperte di cioccolato e parlato di qualità, cultivar, filiera. Mercoledì abbiamo preso possesso di Villa Torlonia con un corso di ginnastica al parco finalmente avviato, inaugurando le frequentazioni del parco più prossimo che abbiamo, quasi un anticipo di quello che faremo a giugno con il centro estivo. Andiamo al parco, usciamo dalle mura della libreria segnare anche nello spazio fisico che ci circonda l’andamento delle stagioni. Ieri abbiamo parlato di educazione, scuola, bellezza, di progetti educativi e programmi, di nord e sud, di grandi e piccini. E il culmine accade oggi, nel pomeriggio, quando abbiamo realizzato le nostre prime letture bilingue del 2017. Letture ad alta voce e in LIS, la lingua italiana dei segni. È stato un incontro di rara bellezza. Per un insieme di circostanze chi doveva arrivare non c’era, chi si era prenotato non è venuto, eppure tutto ha funzionato. Sono accadute così le letture, con le persone capitate per caso in libreria e che si sono fermate. Perché era nuovo, perché era bello, perché era originale. Perché andava dritto al cuore. Perché i bambini hanno ascoltato storie per quasi un’ora e Caterina e Ambra non potevano essere più brave nel coinvolgerci e rapirci. È passata una settimana, un mese, un anno e riscopriamo – giorno dopo giorno -il valore di quel road, il senso ultimo di quella parola messa lì non per caso. Road che la strada ci guida, road, che è la possibilità della vita, road che se leggi fai strada, road che andiamo, road che partiamo, road che in movimento sempre siamo.
Di politica e polemica. Osservando con spirito critico.
Un tempo non ci vedevano perché c’era il dehor, ora ci vedono ma non ci hanno visto arrivare, perché siamo