Come è andato il centro estivo?
Bene, grazie.
Ehi, ho saputo del centro estivo. Bene, vero?
Sì, sì, molto.
Allora, l’hai scritto il post sul centro estivo? Lo aspettavamo già venerdì.
Ancora no, sono in ritardo lo so.
Ciao, che bello il tuo centro estivo me ne ha parlato Lisa, ieri. Ma volevo sapere di più. Non scrivi?
Ciao, ma allora il centro estivo? Racconta racconta.
Dai, che figata il centro estivo, a settembre ci siamo anche noi. Lo rifai, vero?
Ma allora ci descrivi come sai fare tu come è andata il centro estivo? Vai, racconta.
Sì, Scrivo. Scrivo. Promesso.
Già, scrivo che mica è facile e scontato. Scrivere non è meccanico, per me. Scrivere implica un’energia. Implica qualcosa da dire, richiede un passaggio che dalla testa alla mano è fisico e mentale insieme. Intimo e condiviso. Non è automatico, per fortuna.
E quindi, il centro estivo è andato bene, molto bene ma alla fine la tensione è calata, per fortuna, e la libraia fa fatica a rimettersi in moto, in pista. A esserci ai ritmi consueti. È qui, lavora, chiude le ultime cose, si dedica all’amministrazione e alla burocrazia, programma settembre ma è più rilassata, più lenta e, sì, – si può dire – meno social e più solitaria. Vabbè ma sono scuse e quindi tocca inventarsi qualcosa. Sì, ma mica è facile raccontare 20 giorni di centro estivo, 4 settimane, 124 presenze (ossia bimbi), 13 pranzi, 20 merende, tre torte, un compleanno, 12 laboratori, mille giochi, pipì e popò (anche questo…), pianti e risate. Caldo e zanzare. Mica posso raccontarvi così, c’erano Lara, Matteo, Lucrezia, Emma e Emma 2, Niccolò grande e Niccolò piccolo, Anita, Federico, Livia, Amanda, Leonardo, Giorgia e David e basta? Che c’erano tutti e ognuno. Dai 3 ai sette anni.
Vabbè scrivo. Giusto due o tre cose. Come è stato, cosa è tornato e cosa non c’è stato. È stato che il centro è iniziato in sordina. Solo 5 bimbi che sembrava già un successo. Che la prima settimana è stata lunga e la seconda volata. È accaduto che alla terza non c’erano prenotazioni e poi, all’improvviso, eravamo in overbooking. È accaduto che chi è arrivato, è restato. Che l’ingresso giornaliero per provare, sia diventato settimanale. È successo che alla terza sono arrivati bimbi da centri estivi grandi, alla ricerca di un luogo più umano perché piccolo non vuol dire minore. È accaduto che abbiamo conosciuto persone nuove. Tante. E tutte belle e speciali. È successo che giovedì dopo il centro estivo, alle cinque, eravamo ancora qui, bimbi, mamme e papà e fratellini a fare merenda insieme. È successo che il non te ne andare, mamma, si è trasformato in voglio restare qui, puoi andare. È stato due pomeriggi a settimana, poi tre, poi quattro. Che cedere alle vostre richieste, è stato un attimo. È stato un continuo, naturale e spontaneo imparare e modificare. Ascoltare e rimodulare. È stato vivo e mai fermo, questo centro estivo. È stato internazionale: Anita dalla Giordania, David dagli USA, Emma dalla Francia, Livia Niccolò e Jacopo con il loro dolcissimo accento francese a farci compagnia. È stato faticoso ma bello. È stato commovente. È stato un tuffo nel passato. È stato come ricreare qui, sogno non detto di libraia, il sapore della gita, le serate intorno al falò, le chiacchiere fitte fitte nelle sere delle vacanze in Inghilterra. È stato un togliere le scarpe perché si è a casa. È stato un ma a pranzo sempre panino? E poi la fantasia si scatena e il panino diventa pasta al pesto, polpette, frittata, frutta verdura. È stata l’uva per tutti che quanto ci piace. È stato un continuo spazzare e riordinare. È stato il saluto dell’arrivo e dell’andare. È stata una tensione costante. È stata una sveglia mai tolta, le notti insonni. È stata una dimostrazione che si può fare. È stato la certezza che finché un giorno qualcuno avrà il coraggio sincero e rischioso di fare un passo, qualcun altro risponderà. È stato l’sms delle mamme, i ringraziamenti, gli attestati di fiducia, i baci e gli abbracci. È stata una piccola compagnia in cammino, tra via Padova e la città. È stata l’alternanza scuola lavoro di Lorenzo, la professionalità di Francesca e Martina, la collaborazione con Mary, Luigi, Silvia, Elettra. È stato che o si fa bene o non si fa. E stato un gruppo whatsapp mai immaginato, è stato che a volte si può sbagliare sapendo che rischiare espone ma ci sta. È stato questo e tanto altro.
Come l’ultimo messaggio di questa mattina quando una mamma ti scrive così. “I. si è svegliato e mi ha detto: mamma ho fatto un bel sogno, ero al centro estivo e correvo. con tutti i miei nuovi amici””.
E ci fermiamo, che di più non si potrebbe desiderare. Progettiamo il centro di settembre. Ancora diverso. Perché l’esperienza insegna. Perché se è andato bene una volta, non si ripete e quindi tocca cambiare. E allora ci saremo, ancora per due settimane. Ma è un altro post. E ve lo racconteremo poi.
Di politica e polemica. Osservando con spirito critico.
Un tempo non ci vedevano perché c’era il dehor, ora ci vedono ma non ci hanno visto arrivare, perché siamo