Stamattina la libraia è uscita presto. È uscita dopo aver ritirato i panni, messo la lavastoviglie, programmato la lavatrice. È uscita dopo aver fatto l’aerosol al piccolo di casa e aver pensato alla cena. Dopo aver fatto la lista della spesa. È uscita. Per strada ha incontrato un po’ di amiche della libreria. Le ha salutate e ha scambiato due parole. È passata a ritirare una fattura, ha fatto la spesa, è andata in posta e si è avviata lenta in libreria. Pensava di mettere in ordine e di scrivere un post. Di ringraziarvi ognuno per ieri. Di raccontare dell’emozione e della commozione. Voleva dirvi che era davvero contenta. Della festa. Dei palloncini. Di quei doni inaspettati ricevuti. Voleva dirvi che è stato bello. Voleva dirvi che è stata una continua sorpresa. Come chi è arrivato da lontano non annunciato. Voleva raccontarvi di quando hanno letto le storie. Di quando gli adulti avevano gli occhi luccicanti. Voleva divi che si è commossa e divertita. Tanto. Proprio come una bambina. Voleva dirvi che la parola più bella, e più ripetuta, è stata rifugio. Che sa di casa, caldo, coccole. Che sa di antico e buono. Che sa di antico e nuovo. Voleva dirvi che quando Isabelle le ha detto “io qui respiro” si è sentita con il cuore colmo. Voleva dirvi che festeggiare con i bimbi piccini e con i più grandi, arrivati pian piano, è stata una gioia immensa. Voleva dirvi che ogni dono ricevuto è stato prezioso. Voleva dirvi che leggere, ieri, ha avuto un sapore speciale.
Che quel come si chiama la libreria? “la libreria di Daniela”, come ha risposto Maria, l’ha stupita e spiazzata. Voleva dirvi che la torta era buonissima. Con quel due contrario, che altre uguali non ce ne sono. Voleva dire grazie a ognuno. Per quell’affetto straordinario. Voleva dire grazie a chi è venuto oggi. A chi è passato ieri anche solo per un saluto. Voleva dirlo. Voleva dirvi questo. Voleva, ma c’è stato un laboratorio improvvisato, il caffè, l’email. Poi ha chiuso per la pausa pranzo e ha mangiato in libreria, mentre definiva il programma del centro invernale e ordinava gli ultimi articoli per natale. Voleva dirlo ma poi ha scelto i libri per le letture, è uscita per andare a prendere suo figlio a scuola, tornando è passata a prendere mais e cotton fioc per i prossimi laboratori, ed è tornata per le letture e infine è andata a casa, ha preparato la cena e ha riacceso il computer. Ecco voleva dirlo perché, ecco in fondo, a volte, vorrebbe anche lei un rifugio. Che forse per questo, l’ha creato. Che forse per questo ci intendiamo. Voleva dirvi, ora può farlo, che, magari, la prossima volta vi chiederà asilo. Che forse busserà da voi per un respiro. Tra un po’. Ora si gode gli echi della festa. E si avvia ai terribili due. Non gli uomini che ha accanto, ma gli anni.