Funziona più o meno così.
Per la libraia, almeno.
Lei si muove, sempre, fa domande, troppe, chiede, si interessa, curiosa e conosce. Gente, persone, amici di amici, sconosciuti.
Chi entra a via Padova 51, lo sa. Due chiacchiere, un sorriso e una battuta e conoscersi diventa inevitabile.
E allora, dieci anni fa, venti, dai, a essere onesti, Claudia, la sua collega, la presentava così: lei è Daniela e tra cinque minuti scoprirete di avere amici in comune.
Accadeva sistematicamente.
Gli emigranti sono così.
Quanta gente devi necessariamente conoscere se nasci ad Aversa, ti laurei a Napoli, fai un master a Roma, cambi lavoro (e settore) ogni quattro anni? Se ti innamori delle storie di chi incontri?
Tanta gente.
E se poi sei curiosa e la memoria non ti manca, la connessione arriva.
E così, ieri, mentre Emme Come. Il meraviglioso mondo di Massimo arrivava finalmente all’autore, altre copie si disseminavano pian piano tra le librerie: da Milano a Frosinone, da Lecce a Martano. Quelle librerie conosciute per caso o in rete. Quelle connessioni accadute o volute.
Andavano in giro le copie omaggio per i librai, quel dono semplice, quell’attenzione preziosa, quella coccola gradita e meritata che la libraia avrebbe sempre voluto per sé e che oggi, da editrice, realizza.
Perché, se un libro non lo leggi, come lo racconti? Perché, se non curi il libraio, chi ti rappresenta?
Perché, se non rispetti e valorizzi le competenze di ciascun soggetto attivo della filiera (dall’autore all’illustratore, dall’editor all’impaginatore), non ha senso.
Ecco, mentre pensavi a questo, arriva lui, che non conosci e ti dice: ti ho portato il libro di Simona.
Trenta secondi di smarrimento ed eccoti qui con una lettera scritta a mano (magia) e due libri da leggere e una presentazione da organizzare.
Simona, che ti ha ascoltato raccontare del tuo libro due anni fa. Che ricorda te e la tua libreria e che, complice un contatto comune (ovviamente), ti fa recapitare i suoi i testi e la storia continua.
Sono i fili rossi, sono gli intrecci della vita, sono il sapore dell’esistenza, sono frutto e esito del movimento e del continuo cercare. Sono le mappe. Da scrivere e usare.
Ecco, oggi, quando inaugureremo il mini corso di Coding, avremo qualcosa da dire anche noi.