Ci sono temi che sono ancora tabù.
Ci sono parole che non si possono scrivere o pubblicare.
Ci sono pezzi di vita che sembrano non accadere
Dove crescono i cocomeri – finalista Premio Andersen categoria oltre 12 anni – è un libro struggente e coraggioso.
È un libro che mette finalmente al centro l’indicibile e lo fa con tenerezza e verità.
Dove crescono i cocomeri narra di malattia mentale e di una madre malata.
Lo fa con una serie di dettagli che chi certe cose le ha vissute coglie come vere.
C’è tutto in questo romanzo.
Il padre, il senso di colpa, il desiderio di chiudere gli occhi e l’esigenza di tenerli aperti. “Non hai fatto nulla che abbia causato i problemi tua madre e non avresti potuto fare nulla per cancellarli… è una malattia, reale come il cancro, e ha bisogno dell’aiuto di un medico”.
Ci sono le crisi, i segnali, le bugie, la paura di quello che dirà la gente.
Ci sono i libri che confortano, le donne che si prendono cura, gli amici che non ti lasciano.
Ci sono la rabbia, la frustrazione, le urla, le medicine non prese, il far finta di nulla.
Ci sono la fuga e la disperazione, la speranza.
Ci sono la cura e la consapevolezza: “Non era pazza. Era malata.”
Ci vuole coraggio a scrivere e pubblicare un libro così e alla giuria va il nostro ringraziamento per averne dato visibilità.
La malattia mentale esiste e tocca iniziare a parlarne, perché non sia tabù, perché si possa parlarne, perché si possa conoscerla, condividerla.
Perché si possano curare i malati e salvare i familiari.
“Avrei voluto dire dovresti prenderti cura di me, non perderti ogni giorno fu più. Avrei voluto dire: non guarirai mai, se non permetti a papà di portarti dal medico”
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